Santosa: essere abbastanza.

Le 5 regole o niyama,  principi guida di condotta che si riferiscono alla disciplina individuale,  elencate da Patañjali negli Yoga Sutra, sono:

Saucha, purezza

Santosa , appagamento

Tapas,  fervore 

Svādyāya, studio del sé

Īśvara Pranidhāna, consacrazione al Signore.

Santosa ( la seconda s si pronuncia con la sh di Shanti) è un concetto etico della filosofia indiana concernente l'appagamento e  consiste nell'essere costantemente soddisfatti e ispirati, attraverso la pratica dell'autosservazione.

Questo stato non arriva facilmente e 
senza alcuno sforzo ma occorre esercitarsi nella capacità di diventare costantemente internamente felici, comunque e dovunque.

Santosa riguarda il controllo dei desideri e fa parte del cammino interiore, in riferimento al senso di appagamento: l'arte della felicità perenne e veritiera.
È un working in progress...

"Io sono abbastanza.

Sono felice con questo abbastanza.

Non chiedo di più perché sono già contento così dove sono, con quello che ho."

Come è possibile raggiungere questo stato? ... non dovremmo continuamente progredire fisicamente, materialmente, economicamente,  migliorare sempre di più, aspirare a qualcosa di sempre più grande, allenarci, organizzarci, trovare conoscenze più convenienti, elevarci anche  spiritualmente attraverso ogni mezzo? Certo! A partire da adesso.

Proprio qui,  ora, in questo esatto momento.

Ad esempio: guardo in cielo e sta passando un aereo. Posso volare per un attimo con esso, se non penso: "ah... Se solo potessi andrei di qua o di là ...forse domani ...potrò avere di meglio ..."

Certo, domani potrò avere di meglio, perché no? ... ma ora ... proprio ora...questo non importa! Sono felice oggi, non attendo che accada qualcosa di fantastico o sensazionale e non sento frustrazione se ciò non accade.

Santosa ci riporta al senso del qui e ora, alla presenza: non siamo distratti né dal passato né dal futuro, non siamo costretti a sorridere artificialmente ma possiamo farlo internamente, anche paradossalmente,  al sentimento di tristezza che stiamo temporanemente passando.

Sintonizzandoci completamente sulla padronanza del sentire e sulle cose belle che la vita ci offre.

È un sentire che parte da dentro.

Se cambiamo canale, creiamo un altro scenario, diamo uno spazio a possibilità infinite: sono seduto in macchina o in treno, cammino, sono a casa, sono in ufficio... e sono perfettamente abbastanza così, ora. No, non è facile!

Coltivare santosa non significa soltanto affermare che si è ricevuto tanto tantissimo, provando un enorme senso di gratitudine ma anche affermare che si è abbastanza, ci si può accontentare in questo momento ed in questo momento abbiamo tutto per essere felici.

La sete di felicità oggi è infinita, cerchiamo piaceri infiniti all'esterno ed il vuoto da riempire é anch'esso infinito.

Secondo una prospettiva più materialistica, la soddisfazione che ricaviamo dagli oggetti più grossolani agli attaccamenti fisici, mentali o verbali, nel  cammino dell'estroversione,  è guidata da desideri artificiali, condizionati dall'esterno o dalla mente proiettata verso un sé esterno.

Per ricordare le parole di Paramhansa Yogananda, nel libro "Come risvegliare il tuo vero potenziale", leggiamo:

"Compi ogni azione sia essa insignificante o importante con attenzione vigile e profonda.

Ricorda: l'attenzione é l'ago che incide i solchi del disco delle cellule della tua memoria.

Ad un uomo privo di attenzione manca lo strumento necessario per risvegliare la memoria.

La distrazione smussa l'ago dell'attenzione.

Un' attenzione profonda e vigile, piena di sentimento è l'ago che incide i solchi nel disco delle cellule della tua memoria.

Occupati dei piccoli doveri con la massima cura. Sai che stai usando soltanto il 5 o il 6% dell'attenzione nel tuo lavoro? Perciò, d'ora in poi, dovresti applicare il 100% della concentrazione mentre lo svolgi."

Con la consapevolezza ci apriamo all'unicità irripetibile di ogni momento senza implodere nella fantasia del futuro o indulgere negli incubi del passato, accettando serenamente ciò che è.

Goswami Kryananda propone una precisa distinzione di Santosa, analizzando tre aspetti di questa regola di comportamento:

Baudhika  Santosa  -  è l' appagamento dell'intelletto, pronto a liberarsi dal superfluo coltivando tranquillità ed equilibrio nonostante tutto ciò che accade, brutto o bello che sia.

Vācika Santosa - è l'appagamento verbale, riguarda l'utilizzo della parola. Praticare questa regola significa zero gossip inutile, offensivo, esagerato o negativo: significa esercitarsi nel mantenere la lingua tranquilla, parlando poco e non a sproposito, osservare il proprio dire e portare amorevolezza e letizia nelle parole... quando servono.

Śarīrik Santosa - è l'appagamento fisico: il corpo e la mente, uniti, riportano equilibrio e salute armonizzandosi. Occorrono pazienza, motivazione e completa consapevolezza dei propri limiti e delle proprie capacità fisiche e mentali per progredire senza violenza o troppa fretta.

Osservando il proprio stato d'animo non c'è nessuna pretesa ma anzi c'è una sorta di grande risparmio energetico in vista della realizzazione di progetti o perfezionamenti futuri.

Il cammino spirituale è equilibrio mentale certo e graduale: non occorre sopprimere o limitare le proprie aspirazioni. Ciò che occorre é fare un passo alla volta, concentrandosi sulla pace mentale.

"La fiamma dello spirito non vacilla nel vento del desiderio."

~ B.K.S. Iyengar

Praticare Santosa e' un'attività della ragione, costruttiva, autentica, senza distrazioni, saldamente ancorata al Divino in noi, in pienezza e amore di sé.

Praticare Santosa è sapere di avere l'opportunità di modificare il nostro atteggiamento mentale e che possiamo scegliere di interpretare, decidere un pensiero, una parola, un gesto.

Praticare Santosa è provare una gratitudine indistruttibile che trova positività in tutto  e nel qui e ora.

Per iniziare bisogna provare a non lamentarsi sempre di tutto e provare a non sentirsi sempre insoddisfatti: è un piccolo passo verso la strada della felicità.

Santosa è la follia dell'Amore, non la vuotezza dell'insoddisfazione.

"La felicità è anzitutto una disposizione dello spirito, un modo diverso di guardare il mondo.
Viene verso di noi perché noi l'abbiamo desiderata con ardore, secondo la legge di attrazione e di armonia che regge l'universo."

~ Dugpa Rimpoche

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