Tadāsāna - posizione della Montagna
Tādāsana ( chiamata anche Samshtiti)
Tāda significa montagna, sama diritto, in piedi, immobile; shtiti stabilita', fermezza. Tādāsana indica una posizione in cui si sta fermi ed eretti come una montagna. E' la posizione di partenza di tutte le yogāsana.
1) Stare in piedi con i talloni e gli alluci che si toccano l'un l'altro, senza sostenere il peso né sui talloni o sui lati interni o esterni dei piedi distribuire uniformemente il peso del corpo. Anche se si tengono i piedi separati, e' meglio tenere talloni e dita su una linea parallela al piano mediano del corpo, senza formare angoli rispetto ad esso. Se stiamo solo sui talloni sentiamo cambiare il baricentro, i fianchi non ci sostengono, l' addome sporge in avanti e la colonna vertebrale sente lo sforzo, di conseguenza ci sentiamo affaticati e la mente si intorpidisce.
Non far gravare il peso del corpo quindi né sui talloni né sulle punte dei piedi, ma distribuirlo sul davanti, sul retro e percepire la linea tra secondo e terzo dito. Tādāsana ci aiuta a stare correttamente in posizione eretta acquisendo leggerezza di corpo e agilita' di mente.
2) Attivare le ginocchia e tirare verso l' alto le rotule, senza per questo creare blocchi o eccessiva tensione ne' nelle caviglie ne' nell'articolazione delle ginocchia, percependo soprattutto l'allungamento e l’estensione dei legamenti laterali che si tendono quando il ginocchio è stirato. Quando il ginocchio invece si piega i legamenti si allentano, entrano in funzione i legamenti crociati, tibia e la rotula restano nella loro sede. Se l’allineamento delle ginocchia non è perfetto esiste il rischio di comprimere il menisco e danneggiarlo.
Per prevenire e curare questo problema, occorre capire come funziona il movimento delle ginocchia e quali sono i muscoli più coinvolti. L’uso corretto della muscolatura permette di riportare la rotula al centro della gamba e di utilizzare le ginocchia al massimo delle possibilità senza farsi male. Tādāsana, svolta in modo continuato, cura le gambe “ad X” e riallinea le articolazioni.
Le gambe sono organi di azione (karmendriya) ed accumulano quindi tensioni anche come memoria corporea di movimenti a cui sono state abituate. Secondo Patanjali (YS III, 48) con lo Yoga impariamo a padroneggiare gli organi di azione e di percezione. Infatti le ginocchia diventano deboli per l’uso eccessivo ed improprio, ad esempio nella pratica sportiva intensa (sci, tennis, calcio, arrampicata ecc.) che costringe i legamenti del ginocchio a sforzi eccessivi.
2) Cominciamo ad occuparci del pavimento pelvico, senza incoraggiare la base della spina, il coccige e le vertebre coccigee a "disegnarsi" in avanti, per non appiattire la parte bassa della schiena o portare la pelvi in piegamento posteriore. Cio' che dico sempre e' " rispettate e onorate le vostre curve spinali".
La pelvi deve rimanere neutra. Non create nessun tipo di tensione eccessiva. Per bilanciare e seguire il " lavoro" di radicamento, portate l' interno coscia indietro. Aiutatevi se necessario con un blocco fra le cosce per percepire anche la forza dei muscoli che sono dietro le cosce.
3) La parte superiore del sacro e' leggermente portata in avanti, radicate ulteriormente le vertebre sotto il sacro verticalmente idealmente verso il basso, percepite il centro della terra e poi ancora piu' in profondita'. Non arrotolate ulteriormente il coccige ne' troppo avanti ne' indietro.
4) "Disegnate" le vostre anche una verso l' altra, come se fossero due magneti, impegnando intensamente e in profondita'i muscoli trasversali dell' addome e successivamente i muscoli fra l' osso pubico e la parte bassa dell' addome, sotto l' ombelico, la parte piu' bassa dei retto addominale piu' superficiale.
5) Addolcite le spalle. Immaginate la "punta" delle spalle come una collina, dalle linee morbide. Portatele leggermente indietro.
6) Rendete soffice la parte superiore del trapezio, senza cancellare la curva cervicale. Non irrigidite il collo, piuttosto spendete qualche attimo percependo tutti i lati del collo, il respiro che passa attraverso la gola.
7) Allungate i lati del corpo.
8) Focalizzate l' attenzione sulla parte superiore delle scapole e allontanatele l' una dall' altra, mentre la parte inferiore delle scapole viene "disegnata" verso l' interno del corpo. Queste azioni rilassano la rigidita' del collo della parte superiore della schiena, stabilizzando le scapole nel torace. Cercate di trovare un equilibrio salutare tra tutte le rotazioni interne ed esterne, non perdete i piedi e procedete nell' allineamento senza alcuna fretta.
9) Nel Tādāsana ideale le braccia sono sopra la testa, ma in questa fase iniziale potete tenerle a lato delle cosce, facendole respirare insieme alla testa.
10) Portate l' attenzione ai muscoli facciali, rilassate la lingua, il palato, percependo la sua altezza e il suo centro, rilassate l' articolazione di mascella e mandibola, portate il mento leggermente indietro, liberate la tensione nucale, rendete soffici i muscoli cranici, percepite la punta delle orecchie verso l' alto, rilassate gli zigomi, espandete le tempie, aprite la fronte in tutte le direzioni, percepite la punta del naso, le narici aperte, le labbra morbide. Inspirate dalle profondita', dalle radici, portatevi sulla montagna, espirate, percepitevi come esseri FRA Terra e Cielo. Respirate con tutto il corpo, come fa la Montagna.
Namaste _/\_
D.ssa Tiziana Bezzi Tai - Yoga Teacher Educator
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